“Abbiamo potuto visitare la struttura dell’IRAP (Institut de Reeducation Audio-Phonetique) e condividere le tappe importanti della sua storia. – Ci aggiornano Paola Iacovone e Sara Felici di AFN in questi giorni in Libano per visitare il progetto. – Abbiamo incontrato la collaboratrice incaricata per la compilazione dei rendiconti per approfondire la situazione economica del progetto, un’occasione preziosa per capire quanto stanno vivendo. Abbiamo visitato Tyr e Saida, nel sud del Libano, dove sono presenti numerose famiglie musulmane, sfollate e ospitate dall’Irap durante la guerra con Israele del 2006 e sostenute per un periodo dal programma di sostegno a distanza. Il rapporto con loro dura ancora oggi, nonostante le famiglie siano rientrate nei propri villaggi. Un’amicizia che supera le differenze religiose, basata su rispetto e legami di famiglia.
Siamo entrate per un saluto veloce e intorno ad un caffè arabo e dolci ai datteri abbiamo condiviso le preoccupazioni per una crisi politica ed economica che non accenna a risolversi, ma che cercano di fronteggiare con spirito di iniziativa, generosità e grande senso di dignità. Siamo ripartite con la macchina carica di frutta appena raccolta nel loro campo, pane arabo e la conferma che un sostegno a distanza può giungere più lontano di quanto possiamo immaginare, creando ponti che vanno ben al di là di un aiuto materiale, ponti che si attraversano sempre in entrambe le direzioni!
Vivere queste giornate con le referenti e le volontarie ci fa comprendere anche tutte le difficoltà quotidiane che affrontano, a partire da un tasso di cambio in continua oscillazione, necessità di contrattare per ogni piccolo acquisto, prezzi in continuo aumento anche per i beni di prima necessità come cibo e benzina…..ma senza perdere mai la fiducia nel futuro.



Abbiamo condiviso momenti speciali insieme agli studenti dell’ IRAP. Tutti bambini e ragazzi affetti da deficit uditivi e alcuni con difficoltà cognitive e psicomotorie, – continuano Paola e Sara. – Insegnanti e volontari qui portano avanti non solo programmi delle varie materie scolastiche, della lingua dei segni e laboratori professionali, ma anche percorsi personalizzati di psicomotricità, logopedia, monitoraggio audiometrico e varie attività ludico ricreative che favoriscono l’apprendimento e lo sviluppo relazionale dei minori, cercando di fornire loro tutti gli strumenti utili per una piena inclusione. Colpisce la cura con cui ciascuno dei ragazzi viene valorizzato e incoraggiato all’ autonomia. Un valore aggiunto è il rapporto creato tra studenti di differenti età, ex alunni oggi insegnanti o volontari, che non crea differenze nell’apprendimento ma soprattutto per i più piccoli è di stimolo a trovare modelli in cui riconoscersi come adulti realizzati.
Dopo il pranzo in mensa insieme agli insegnanti e agli studenti, dove abbiamo potuto vivere ancora più a fondo il forte spirito di famiglia che caratterizza l’IRAP, abbiamo avuto un momento con le coordinatrici delle classi e il responsabile delle attività produttive. Questo incontro ha permesso di condividere a più livelli gli obiettivi di questo nostro viaggio, raccogliere le preoccupazioni per il futuro dei loro giovani e programmare quali sono i prossimi passi da muovere insieme per favorire la sostenibilità del progetto e per raggiungere un impatto a livello comunitario con l’obiettivo di assicurare un futuro professionale agli studenti affetti da deficit uditivi”.
La visita continua facendo sosta ai laboratori di cucito, lavorazione della terracotta e riabilitazione motoria dell’IRAP, per poi partire alla volta di Biacout, dove si trovano il centro sociale Maison Notre Dame e l’atelier AYADINA.
“Abbiamo incontrato le donne del quartiere che lavorano nell’atelier, molte delle quali sono mamme di bambini sostenuti attraverso il Sostegno A Distanza, e la coordinatrice Josienne, – raccontano Sara e Paola -. Tutte loro ci hanno accolto con calore e, dopo averci mostrato i loro lavori, abbiamo sentito le loro storie. Circondate da tanta emozione, ci hanno raccontato come la famiglia dell’IRAP le ha sostenute nei momenti più difficili, come hanno saputo fare squadra per migliorare la comunità e come il sostegno a distanza ha instaurato delle relazioni durature con i rispettivi sostenitori.
Sperimentare l’affetto dei sostenitori, sapere dei sacrifici che spesso fanno per continuare ad assicurare il sostegno ha fatto sentire loro la responsabilità di aiutare chi ha più bisogno, a volte anche restituendo quanto non necessario. Prima del pranzo squisito preparato da loro stesse, siamo andate in visita a Maison Notre Dame, dove riprenderanno presto le lezioni per i bambini dai 3 ai 7 anni e le attività del centro medico.
Alla fine della mattinata, abbiamo fatto una passeggiata nelle vie di Biacout per capire meglio le condizioni di vita nel quartiere, i contrasti, gli squilibri che caratterizano il Paese. Concludendo il giro l’assistente sociale ha sottolineato le caratteristiche della loro azione che generano maggiore impatto: promuovere l’autonomia socio-economica femminile, sostenere la scolarizzazione dei bambini, favorire la nascita di una comunità inclusiva che supera le differenze religiose e culturali”.
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