Quest’anno la giornata della memoria della shoah, porta con sé un’amara consapevolezza.
La consapevolezza che nonostante gli sforzi, l’umanità rimanga purtroppo impantanata ad idee novecentesche di coesistenza, a concetti obsoleti di interazione fra i popoli ed a pericolosi e arretrati modelli guerrafondai di prevaricazione, i cui risultati ancora oggi portiamo, tramite indelebili cicatrici, sulla nostra pelle.
Quest’anno la Giornata della Memoria della Shoah cade in un momento drammatico per l’Europa e per il mondo occidentale. Mentre ricordiamo i milioni di morti della strage di Ebrei e di tutta la seconda guerra mondiale, il concetto stesso, la vastità di quel numero e l’immenso dramma che ne è derivato, sembrano non raggiungere realmente la nostra memoria, piuttosto che la nostra coscienza. Sembrano non colpirci dritti in faccia come dovrebbero.

La giornata della memoria della Shoah, quest’anno e quest’oggi, viene celebrata mentre purtroppo si celebra anche la guerra. Si esalta il conflitto, da una parte o dall’altra. Si avvelenano i pozzi e si alimentano le retoriche obsolete del vincere, del difendere e del conquistare.
L’esaltazione della guerra fa terra bruciata di quanto successo in passato. Lo nasconde. L’esaltazione della guerra è funzionale al potere e alla guerra stessa. L’esaltazione non ricorda. Cancella ciò che l’umanità impara. Fa tabula rasa della storia.
Quest’anno la Giornata della Memoria della Shoah è una parentesi, piccola come un giro intorno al sole, forse anche meno. Una parentesi e una pausa presa dall’esaltazione della guerra in cui siamo nel mezzo. Una guerra drammatica e ingiusta; quella in Ucraina. Dopo un anno di conflitto e un totale parziale di 250mila morti, un milione e mezzo di feriti e quasi 5 milioni di profughi, arriviamo ad oggi.
Ricordiamo la shoah oggi. Lo facciamo con le lacrime agli occhi per quanto è stato e con le lacrime per quanto è e per quanto sarà.
Come persone, come essere umani, come società stiamo abbandonando la nostra memoria. Ci siamo fatti conquistare dei miti della razza e dell’eroe. Dai veleni della vittoria costi quel che costi. Siamo assorti nella guerra e la consideriamo strumento di pace. Continuando a percorrere questa strada a passi lunghi e ben distesi, come stiamo facendo, rischiamo di non avere futuro. Di cancellarne la possibilità. Di non ricordarne la possibilità.
il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria della shoah, la ricorrenza durante la quale vengono ricordati 15 milioni di vittime dell’Olocausto. Quest’anno l’importanza di questa giornata è grandissima perché può e deve essere un’ancora che ci impedisca di naufragare la nostra umanità.
Lorenzo Fiorillo