“La vera risposta non sono altre armi… ma un modo diverso di governare il mondo e di impostare le relazioni internazionali”.
Editoriale Spazio Famiglia Novembre 2022
Alla vigilia della manifestazione nazionale per la pace del 5 novembre promossa da Europe for Peace, non ci stanchiamo di alzare ancora la nostra voce e unirci al coro del “Cessate il fuoco!”, facendo nostro l’appello di papa Francesco: “La vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo e di impostare le relazioni internazionali”.
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha portato la guerra in Europa e da oltre 8 mesi continua a macinare vittime: donne, bambini e anziani, la distruzione di scuole, ospedali e intere città e trascina con sé il terribile rischio dello scatenarsi di un conflitto mondiale e la deriva verso l’uso del nucleare.
Insieme alla società civile e a tante organizzazioni sociali, movimenti e associazioni, anche noi scendiamo in piazza per chiedere un impegno concreto nel far valere le ragioni della pace in sede di Unione Europea, di Nazioni Unite e in sede Nato. Prima che sia troppo tardi. Che cosa si può fare concretamente? Chiediamo di ratificare il “Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”, armi di distruzione di massa eticamente inaccettabili. Continuiamo a supportare la popolazione delle aree tagliate fuori dagli aiuti umanitari sul territorio ucraino, grazie alla generosità di tanti di voi, garantendo attraverso Caritas Spes protezione, accesso al cibo, medicine grazie alla raccolta fondi del Coordinamento Emergenze del movimento dei Focolari di cui facciamo parte. In concomitanza con un progetto di accoglienza profughi a Cosenza grazie al supporto di volontari ospitiamo mamme e bambini fuggiti dalle bombe, offrendo alloggio, supporto psicologico e nelle pratiche sanitarie.
Non vogliamo la guerra nel modo più assoluto. Uno dei motivi per cui siamo nati è contrastare i suoi effetti nei confronti dell’infanzia. I nostri interventi prevedono percorsi di inclusione per persone vulnerabili e il rafforzamento di competenze per minori e famiglie rispetto allo sviluppo integrale come persone e come soggetti attivi della società, il sostegno di nuclei familiari in gravi difficoltà economiche attraverso programmi educativi, alimentari e sanitari che consentono ai beneficiari di formarsi in ambito umano e professionale affrancandosi dallo stato di bisogno. Nel corso del tempo è possibile rilevare l’impatto sociale e la crescita dell’intera comunità. Lavorare per la pace fa parte di questo processo.
Lo testimoniano i protagonisti delle nostre storie, giovani che contribuiscono al cambiamento e promuovono stili di vita virtuosi nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi dell’agenda 2030 e incoraggiano legami di reciprocità; famiglie intraprendenti che portano avanti iniziative per sostenere bambini vulnerabili e raccolgono sfide complesse o ancora accolgono bambini con la ferita dell’abbandono tramite l’istituto dell’adozione.
Queste persone e queste reti diffondono semi di fraternità e cittadinanza attiva che prefigurano un futuro di pace.
Pietro Parlani