Azione Famiglie Nuove
Crescere oltre mare

Crescere oltre mare

Casa Ismaele a Rogliano (CS) accoglie minori stranieri non accompagnati promuovendo la cultura dell’inclusione.

Un dramma quello dei migranti davanti al quale spesso ci sentiamo impotenti. Numeri che rappresentano statisticamente il fenomeno, immagini che scorrono sullo schermo davanti a cui spesso ci indigniamo senza riuscire a fare poco più. Il progetto Casa Ismaele è una testimonianza che reagire costruttivamente davanti a questo che Papa Francesco definisce ‘scandalo sociale dell’umanità’ è non solo possibile, ma innesca processi virtuosi a servizio della comunità. 

Casa Ismaele è un progetto SAI, nuova denominazione per gli Sprar, e accoglie minori stranieri non accompagnati. Situato nel comune di Rogliano (CS)  è gestito in modo sinergico da Azione Famiglie Nuove, le cooperative FoCo e MiFa, e fa parte del programma “Fare Sistema Oltre l’Accoglienza”, che ha l’obiettivo di supportare le persone in stato di vulnerabilità da un punto di vista lavorativo e socio-relazionale, attraverso il rafforzamento di una rete di attori sociali, come aziende, associazioni, volontari e famiglie. 

Al momento sono 15 gli adolescenti di Casa Ismaele, tutti provenienti da Paesi diversi: Tunisia, Egitto, Bangladesh, Ghana, Nigeria, Mali, Costa d’Avorio. Sono seguiti nel loro percorso di autonomia da un’equipe multidisciplinare, formata da educatori, mediatori culturali, una psicologa e la coordinatrice di progetto. Il lavoro fa tesoro delle parole di Papa Francesco: “I migranti sono nostri fratelli e sorelle che cercano una vita migliore lontano dalla povertà, dalla fame, dallo sfruttamento e dalla ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta che equamente dovrebbero essere divise tra tutti”. Un lavoro non sempre facile – afferma la coordinatrice del progetto Mariella Rende –, ma è «essenziale per contribuire in maniera piccola a far sì che tutti i minori possano avere gli stessi diritti, primo tra tutti quello di essere accolti».

Si svolgono attività di integrazione sul territorio con la partecipazione di volontari e famiglie con l’obiettivo di allargare le amicizie e i punti di riferimento dei ragazzi. Rosella Carnevale insieme al marito fa parte della rete e con la sua disponibilità ha offerto non solo il tempo ma soprattutto la sua presenza accogliente: «Quando in TV vedevo gli sbarchi mi chiedevo cosa fare… in loro vedevo i miei nipoti e i ragazzi del quartiere in cerca di un futuro migliore. Fare parte della rete ha rappresentato un modo concreto per dare il mio aiuto! »

L’equipe segue i ragazzi da un punto di vista documentale, legale, di formazione linguistica, di supporto psicologico, di orientamento al lavoro e attivazione di tirocini. Steve Niyongabo è burundese. Ha due lauree, la prima in Psicologia clinica e sociale, conseguita all’università dei grandi laghi in Burundi; la seconda in scienze pedagogiche, all’università della Calabria. Arrivato in Italia a novembre 2016 ha iniziato a lavorare a Casa Ismaele come Educatore professionale: «I ragazzi mi raccontano le loro storie, i loro vissuti ed i loro sogni. Vengo anche io dall’ Africa, di conseguenza comprendo bene le loro necessità».

Dare un sostegno concreto ai minori ospiti, creare un legame con loro, favorisce l’integrazione e riduce l’emarginazione sociale. Inoltre costruisce la famiglia umana, incontrando l’altro nella sua diversità e promuovendo la cultura dell’inclusione. Per saperne di più: www.faresistemaoltrelaccoglienza.it

Giovanna Pieroni

L’articolo è stato pubblicato sulla rivista “Città Nuova”, Anno LXVI, Febbraio 2022, pp.56-57