Azione Famiglie Nuove
20 Novembre – Giornata universale dei diritti dell'infanzia

20 Novembre – Giornata universale dei diritti dell'infanzia

Il 20 novembre del 1989 le Nazioni Unite approvano il primo trattato giuridicamente vincolante che afferma i diritti di tutti i bambini. La Convenzione cambia il modo di vedere i bambini dal punto di vista giuridico.

Ai diritti riconosciuti universalmente come quelli al nome, alla sopravvivenza, alla salute e all’istruzione, ne furono affiancati una serie di nuova concezione, come il diritto all’identità legale, al rispetto della privacy e della libertà di espressione.

Una delle più importanti conquiste del diritto internazionale degli ultimi anni del Novecento. Una conquista che però necessità di essere coltivata nel tempo per impedire che appassisca e smetta di dare frutti.

Una bambina gioca con un copertone di una bicicletta a Kinama in Burundi.

In questi 31 anni, la cura verso l’infanzia è stata spesso carente e i risultati ottenuti poco soddisfacenti. Ad oggi, circa 20 milioni di bambini nel mondo sono esposti al rischio di contrarre malattie perché privi di vaccinazioni o profilassi preventive.

L’Unicef stima che di qui al 2040 circa 600 milioni di bambini in tutto il mondo vivrà in condizioni di grave mancanza d’acqua. Mentre già oggi quasi 1000 bambini al giorno muoiono per malattie collegate alla mancanza di acqua potabile.

Quest’anno, anche a causa della pandemia da COVID-19 il numero di bambini che vivono in condizioni di totale o quasi totale precarietà sta aumentando drammaticamente.

Le previsioni sono allarmanti: il numero dei bambini che vive sotto la soglia di povertà supererà i 700 milioni entro la fine dell’anno.

Il lavoro di #AFN comincia 23 anni fa. In questo tempo sono stati compiuti importanti progressi nella tutela dei bambini nel mondo e il nostro impegno rimane costante e quotidiano.

Purtroppo però molti dei principi del trattato oggi non sono attuati. Decine di milioni di bambini in tutto il mondo non hanno la possibilità di vivere la loro infanzia; costretti a lavorare e privati del diritto allo studio, non vanno a scuola. Non hanno possibilità di giocare e crescere serenamente.

Molto è stato fatto, ma molto di più è ciò che è necessario fare.

Lorenzo Fiorillo