Più di 3mila persone hanno partecipato ai lavori alla Conferenza Nazionale della Cooperazione allo Sviluppo per discutere del suo futuro, di come renderla più efficace e importante.
Nel Manifesto conclusivo, c’è scritto nero su bianco che «il mondo della cooperazione allo sviluppo è più diversificato di quanto sinora si è raccontato. Può far conto su migliaia di attori pubblici e privati, profit e non profit. Vi sono sinergie da esplorare così come incoerenze da ridurre. Dobbiamo riconoscere che la platea degli attori della cooperazione si è allargata. Per questo è necessario incubare i nuovi e originali attori di cooperazione, associazioni di migranti, del sostegno a distanza, piccoli enti territoriali, imprese sociali, accompagnandoli in un percorso che li renderà soggetti in grado di esprimere tutto il loro potenziale».
Il Sostegno a Distanza quindi ora ha il pieno riconoscimento come prassi di cooperazione internazionale. Solo alla vigilia della Conferenza ForumSaD con le sue 124 associazioni e altre 5 Reti (Focsiv, Cipsi, Vim, Forum Terzo Settore Consulta Internazionale e la Gabbianella), oltre a 25 altre associazioni non facenti parte della rete ForumSaD avevano presentato una Lettera Aperta per denunciare come nonostante 2 milioni di cittadini italiani che hanno un “sostegno a distanza”, per un giro monetario di 600 milioni di euro/anno, il SaD non fosse considerato come una forma di cooperazione ma solo uno strumento di raccolta fondi.
Vincenzo Curatola, presidente del Forum Permanente del Sostegno a Distanza, ora esprime la soddisfazione per il fatto «che la Lettera sia stata accolta dalla Conferenza e che il sostegno a distanza sia stato riconosciuto come cooperazione allo sviluppo. I cittadini del sostegno a distanza e le associazioni firmatarie auspicano che si passi alla concretezza e nei prossimi programmi ed iniziative governative, le azioni di sostegno a distanza trovino spazi adeguati».
fonte: www.vita.it