Vivere a Manaus nonè semplice. Situata sulla riva nord del Rio Negro, la capitale dello Stato di Amazonasè, di fatto, circondata dalla foresta e affronta le difficoltà tipiche di questa zona geografica, dove caldo torrido e inondazioni frequenti condizionano la vita dei cittadini. Manausè, inoltre, una città molto povera. Segregata nelle favelas, che costellano tutta la città , la maggior parte della popolazione vive in condizioni di indigenza, spesso costretta all’emarginazione e priva anche dei beni di prima necessità . L’analfabetismo diffuso, la malnutrizione e le difficoltà che riguardano anche gli aspetti più banali della quotidianità , sono solo alcuni dei problemi che affliggono la popolazione, e in particolar modo i bambini e i ragazzi.A Manaus, tuttavia, ci sono anche giorni di festa, come quello che hanno passato insieme i ragazzi e i volontari del Centro Sociale Roger Cucha Rodriguez, nel difficile quartiere Coroado, per celebrare il 24esimo anniversario della struttura. à in occasione di giornate come queste, infatti, che si fa il punto della situazione, tracciando il bilancio dei successi e delle difficoltà tipiche di ogni azione umanitaria. Il progetto di AFNonlus per dar vita al centro sociale ha, evidentemente, dato i suoi frutti nel tempo, accogliendo al suo interno un numero sempre più alto di bambini e vantando un’equipe sempre più qualificata. La struttura, nata come semplice scuola e modificata negli anni per far fronte alle complesse e diversificate esigenze della zona, oggiè un vero e proprio centro di formazione e di ritrovo per bambini e ragazzi, i quali, al suo interno, hanno l’opportunità di acquisire gli strumenti e le competenze per costruirsi un futuro migliore.Le storie che testimoniano i successi del centro sociale sono tante e tutte diverse. Al centro di ognuna c’à¨, perà², una forte volontà di riscatto sociale e l’estremo bisogno di sfuggire alla miseria e ai disagi che la vita nel quartiere impone. Grazie alle attività del Centro, molti ragazzi hanno avuto la possibilità di terminare gli studi con successo, o di formarsi professionalmente e, alcuni di loro, si sono addirittura impegnati per portare avanti il progetto stesso, dando a loro volta un prezioso contributo. Una di loroè Julielma, diventata insegnante dopo essere stata supportata dal sostegno a distanza insieme ai suoi fratelli. «Molte situazioni che ci sono nel quartiere – racconta Julielma – le ho vissute anch’io. Quando un bambinoè agitato intuisco i problemi che puಠvivere a casa, cerco di interessarmi a lui, rapportarmi coi suoi genitori. Al centro continuo a imparare cose che mi aiutano personalmente e come famiglia, a far crescere la piccola Sofia, mia figlia».à cosଠche, nel cuore della foresta Amazzonica si assiste ad un esempio concreto di solidarietà e di unione, resa possibile grazie al lavoro dei volontari e al sostegno di AFNonlus, ma portata avanti dalla stessa popolazione locale che fa della generosità uno stile di vita. Giovanna Pieroni