“Questo è il bene; si sta diffondendo”. Lo ha detto Papa Francesco durante la sua visita nella Repubblica Democratica del Congo (31 gennaio – 5 febbraio 2023) a proposito del lavoro delle opere caritatevoli. Promuovere i poveri invece di sfruttarli: questo è come curare una foresta “che cresce ogni giorno in silenzio”, ha detto Francesco – facendo allusione alla grande foresta tropicale del Congo – durante un incontro alla nunziatura di Kinshasa.
Per tanto tempo ci siamo preparati a questa visita del Papa Francesco in terra africana. Eravamo tutti impegnati. Per la nostra gioia sono stati scelti dei bambini del progetto “Petite Flamme” per danzare durante la Messa e bambini con handicap visivo e bambini sordomuti per dare la loro testimonianza all’incontro del Papa con le opere caritative.
“Sono così felice”, ha detto Beatrice, una giovane non vedente, “immaginavo il Papa grande e potente, ma quando, salutandolo, ho toccato la sua mano tenera e gentile… ho sentito che era lì per me, ho sentito il suo amore. Questo m’accompagna ogni giorno!” All’inizio dell’incontro e dopo averlo salutato, i bambini non vedenti sono stati invitati a cantare per il Papa, creando un’atmosfera gioiosa. Salutando i ragazzi ad uno ad uno, Papa Francesco ha dato ad ognuno un rosario. L’emozione è stata grande!

E’ seguita la testimonianza dei ragazzi sordomuti del progetto Petite Flamme, che attendono alla loro formazione nel Centro Bondeko. A nome di tutti i bambini con handicap audiovisivo, essi hanno detto al Papa: “A volte le persone attorno a noi sono ancora più ciechi e sordi di noi, quando si tappano le orecchie per non ascoltarci, per non vederci ogni volta che chiediamo un’educazione specifica alla nostra disabilità. Cosi rimaniamo analfabeti e non possiamo integrarci nella società professionalmente. Ci sentiamo scartati, oppressi e gettati via dalla società. Oggi, Santo Padre, le affidiamo il nostro sogno: una società inclusiva. Lo diciamo con i segni che sono il nostro linguaggio. Dio vi benedica!”
Alla fine dell’incontro Papa Francesco rivolgendosi alle persone responsabili delle opere di carità ha detto: “Mi ha colpito che non mi avete semplicemente elencato i problemi sociali e non avete enumerato tanti dati sulla povertà, ma avete soprattutto parlato con affetto e tenerezza per i poveri. Avete raccontato di voi e di persone che prima non conoscevate e che ora vi sono familiari, hanno nomi e volti. Grazie per questo sguardo che sa riconoscere Gesù nei suoi fratelli più piccoli. Il Signore va cercato e amato nei poveri e, come cristiani, dobbiamo fare attenzione che non ci allontaniamo da loro. C’è qualcosa che non va quando un credente tiene a distanza i prediletti di Cristo. Vi ringrazio per quanto avete lasciato oggi nel mio cuore. Sì, grazie tante perché mi avete toccato il cuore. Siete preziosi! Durante la sua visita, il Papa ha incontrato i giovani, i sacerdoti e i consacrati, i Vescovi, l’autorità civile, gli sfollati e le vittime della violenza, sottolineando il valore della pace e della giustizia.
Le sue parole sono entrate nei cuori, operando cambiamenti: “La causa della povertà non è tanto la mancanza di beni e opportunità, ma la loro distribuzione ineguale“, ha detto il Papa. “I ricchi – soprattutto se cristiani – sono chiamati a condividere ciò che hanno con chi manca del necessario, a maggior ragione se appartengono allo stesso popolo. Non è una questione di gentilezza, ma di giustizia. Non si tratta di filantropia, ma di fede, perché, come dice la Scrittura, “la fede senza le opere è morta”.
A cura di Petite Flamme