Ed è ancora emergenza, l’ editoriale della rivista Spazio Famiglia
Davanti a emergenze umanitarie i nostri interventi prevedono non solo aiuti immediati, ma una visione a lungo termine e un approccio di sistema
I telegiornali di questo periodo continuano a parlarci della guerra in Ucraina, delle morti nel Mediterraneo di persone che fuggono la guerra, le discriminazioni etniche e religiose, la miseria, gli effetti dei cambiamenti climatici, dei disastri naturali che moltiplicano la loro potenza distruttiva a causa dell’intervento umano spesso sprezzante dell’equilibrio ambientale e della ricerca di massimizzazione del profitto personale anche a discapito del bene comune, come nel caso della mancata applicazione delle norme antisismiche nella costruzione delle case. Tutto questo si tramuta in una condizione di emergenza continua con il rischio reale che ormai venga tragicamente e paradossalmente percepita come la normalità.
In questo contesto, pur non essendo prettamente un’organizzazione di primo soccorso, AFN è sollecitata a rispondere a tali sfide, secondo la propria mission che la muove a stare accanto alle comunità vulnerabili, spesso le prime ad essere vittime di questi eventi drammatici a cui non riescono a rispondere poiché le necessità socioeconomiche che le affliggono sono ben più profonde e vanno oltre quelle emergenziali.
Sin dagli inizi, quando AFN ha avviato le prime azioni di supporto a famiglie e bambini colpiti dalle conseguenze della guerra in Libano alla fine degli anni ’70, ad oggi, in cui è parte attiva del Coordinamento per le Emergenze umanitarie del Movimento dei Focolari, la nostra visione ci spinge a intervenire non solo sull’accadimento immediato, ma a realizzare interventi a lungo termine, dove al centro ci sia sempre lo sviluppo integrale della persona.
Per questo motivo vorrei spostare il focus di questo editoriale dalla doverosa risposta alle emergenze, alle azioni quotidiane di promozione che tutti noi singolarmente ed insieme come Associazione, stiamo mettendo in atto affinché la normalità delle comunità vulnerabili possa evolvere ed affrancarsi dalle difficoltà che le affliggono.
Dobbiamo nutrirci di storie come quella di Madi raccontata in questa edizione, che ci dice che la condivisione del tempo di famiglie, imprenditori, volontari con i minori stranieri non accompagnati residenti nelle strutture di accoglienza, può dare slancio al lavoro degli operatori e contribuire positivamente al futuro di questi ragazzi.
Un’altra storia che troverete è quella di Massimo che con creatività coinvolge amici e colleghi per trasformare le esperienze e le conoscenze, condividendole, in un valore economico da re-investire in attività di sostegno a distanza, arrivando progressivamente a sostenere in modo continuativo 11 bambini sparsi in tutto il mondo. E sicuramente conosciamo altre storie di persone o gruppi che condividendo la mission di AFN si sono attivate con impegno, costanza e fantasia per far arrivare un aiuto concreto alle comunità in difficoltà.
Questa edizione ci racconta anche come le nostre controparti locali abbiano intrapreso, insieme alla nostra sede centrale, un percorso di riorganizzazione e rafforzamento delle attività di progettazione e rendicontazione, favorendo un rinnovato e intenso scambio professionale di buone pratiche per gestire al meglio gli aiuti che arrivano.
Lavorare insieme è la quotidianità che vogliamo raccontare per affrontare simili sfide e poter costruire una società inclusiva ed educante in cui ognuno possa contribuire portando il suo bagaglio di competenze, reti ed esperienze in modo complementare a servizio di un obiettivo comune.
Pietro Parlani
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