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Elaborare i traumi della guerra

Elaborare i traumi della guerra

L’intervento di supporto psicologico previsto per le mamme e i loro bambini ucraine ospiti presso l’Istituto delle Suore Minime della Passione, grazie ai fondi del Coordinamento Emergenze del Movimento dei Focolari, è stato necessario per fare fronte alla necessità determinata dal conflitto che ha imposto la fuga improvvisa di queste donne con i loro piccoli. Il bisogno di essere accolti e l’esigenza di avere una sicurezza in termini di tranquillità e di routine ritrovata ha rappresentato il perno intorno al quale è stato costruito l’intervento psicologico.

L’angoscia che ha accompagnato queste donne nella fuga, la paura per il proprio futuro e l’impossibilità di fare ritorno nell’immediato alle proprie case è emersa con forza, unita alla preoccupazione di avere lasciato la propria vita fatta di lavoro, affetti, abitudini. Questo ha alimentato lo stato ansioso innescando una condizione di prostrazione, in alcune, e di rivalsa, in altre.

Dopo un incontro di gruppo al quale hanno partecipato tutte le donne presenti in struttura si è passato ai colloqui individuali ai quali non tutte hanno voluto accedere per una resistenza personale legata a convinzioni che si è manifestata con pensieri del tipo “Posso farcela da sola!”.

Una di loro ha manifestato i sintomi tipici del Disturbo post traumatico da stress con pensieri intrusivi, sofferenza psicologica, reattività e irritabilità. Altre hanno utilizzato una modalità di evitamento degli stimoli associati all’evento traumatico (ricordi, persone, luoghi, situazioni).

L’intervento è stato effettuato attraverso l’utilizzo dell’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), metodo psicoterapico strutturato che facilita  l’elaborazione degli eventi traumatici  permettendo di affrontare i ricordi che possono dare origine alla disfunzione. Con una delle donne ospiti si è riuscito a fare un lavoro di sostegno psicologico profondo che ha permesso di affrontare la sofferenza del distacco dalla propria terra e dal marito rimasto in guerra oltre che il senso di assoluta  precarietà. Questa donna si è impegnata ad affrontare le sue paure e le angosce che le derivavano dai brutti ricordi della fuga, delle bombe, dell’avere lasciato la sua casa e i genitori anziani.  Alla fine del percorso la decisione di tornare nel suo luogo di origine è stata vissuta come una conquista carica di significati positivi in cui il bisogno di normalità ha fatto eco al bisogno di libertà.

Di Maria Rosaria Venuto – Psicologa Psicoterapeuta sede AFN Cosenza