Steve è educatore professionale a Casa Ismaele. “Vedo negli occhi dei ragazzi segni di speranza”
Mi chiamo Steve Niyongabo, sono Burundese. Ho due Lauree, la prima in Psicologia clinica e sociale, titolo che ho conseguito all’università dei grandi laghi in Burundi; La seconda in scienze pedagogiche, conseguito all’università della Calabria. Sono arrivato in Italia a novembre 2016 per fare la scuola Gen a Loppiano perché faccio parte del movimento dei Focolari. Ho iniziato a lavorare a casa Ismaele come Educatore professionale nel mese di marzo 2021, mi sono sentito subito accolto dai miei colleghi di lavoro e da tutta l’equipe e mi sento più in famiglia che in un posto di lavoro. Non è un lavoro semplice ma tutto viene affrontato insieme e cosi ci aiutiamo a vicenda. Con i ragazzi sono riuscito ad entrare in empatia, trascorro con loro molte ore della giornata ed anche della notte, in base ai turni, ho quindi modo di vederli nelle diverse fasi della giornata.

Dialogo molto con loro, per essere educatore bisogna partire da un ascolto, un ascolto attivo, mi raccontano le loro storie, i loro vissuti ed i loro sogni. Vengo anche io dall’ Africa, di conseguenza conosco bene il territorio e comprendo la necessità o meglio il bisogno di lasciare il proprio paese per una terra lontana, sconosciuta in cerca di un futuro migliore.
Spesso mi capita di fare le videochiamate con le rispettive famiglie d’ origine, ed è bello vedere con quanto orgoglio i familiari parlano dei figli lontani, figli che rappresentano la loro sicurezza; li tranquillizzo, gli racconto dell’ambiente in cui vivono, della scuola di italiano che frequentano e della ricerca del lavoro. Vedo nei loro occhi segni di speranza, di gratitudine per avere accolto i i loro figli o i loro fratelli. Ho scelto di essere educatore anche per questo, perché come dice Chiara Lubich “L’accoglienza dell’altro, del diverso da noi, sta alla base dell’amore cristiano. E’ il punto di partenza, il primo gradino per la costruzione di quella civiltà dell’amore, di quella cultura di comunione, alla quale Gesù ci chiama soprattutto oggi”. Sono felice di poter lavorare a casa Ismaele e colgo quest’occasione per esprimere la mia gratitudine verso chi mi ha dato la possibilità di farlo.
Steve Niyongabo
“Casa Ismaele Magazine“