Assegno unico per i figli

Assegno unico per i figli

Come funziona, chi lo percepirà, a quanto ammonta e come richiederlo

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 4 giugno un “decreto ponte” da circa tre miliardi di euro per il periodo che va dal 1 luglio  fino a 31 dicembre 2021 per avviare l’Assegno Unico Universale. Si tratta di una misura “ponte” perché è un provvedimento transitorio in attesa della riforma volta a sostenere la genitorialità  che partirà dal 1 gennaio 2022 sostituendo detrazioni e bonus finora esistenti, che restano per ora in vigore fino a fine anno.

L’assegno ponte viene corrisposto a nuclei familiari con figli minori che finora non avevano diritto agli  assegni vigenti, che continueranno ad essere corrisposti alle famiglie di lavoratori dipendenti.  Si stima che siano circa 2 milioni le famiglie di lavoratori autonomi, partite Iva, precari e  incapienti, che potranno beneficiarne. I tre miliardi a disposizione del governo andranno in parte anche per aumentare gli assegni ai lavoratori dipendenti che già li ricevono.

Per accedere il nucleo familiare con i figli a carico sino al compimento del diciottesimo anno d’età deve essere in possesso di un ISEE inferiore a 50.000 euro annui e presentare domanda all’Inps, ai Caf o ai Patronati secondo le regole che saranno fissate dall’Inps entro il 30 giugno.

L’importo andrà da un minimo di 30 euro a un massimo di 217,8 euro al mese per ciascun figlio. Se nel nucleo sono presenti più di due figli, l’importo unitario per ciascun figlio minore viene maggiorato del 30% e   se sono presenti figli minori  con disabilità, per ciascuno di essi  gli importi sono maggiorati di 50 euro. 

Possono accedere i cittadini di uno Stato non appartenente all’Unione europea con permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno semestrale.

«L’Assegno Unico approvato oggi con un decreto-legge è una buona norma transitoria e, soprattutto, il primo passo di una “riforma epocale” come l’ha definita il Presidente del Consiglio Mario Draghi agli Stati Generali della Natalità», commenta il Presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo. «È la prima volta che c’è una tale convergenza politica, sociale e mediatica su una riforma così importante, segno che si è compreso che la natalità è vitale per la ripartenza di tutto il Paese. Adesso bisogna trovare le risorse necessarie entro il 31 dicembre 2021 affinché nessuna famiglia ci perda, ma anzi tutte ci guadagnino. Questo è il nodo del cambiamento culturale che dimostrerà di considerare i figli non un costo ma un investimento e di iniziare a far ripartire la natalità», conclude De Palo.

Giovanna Pieroni

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Foto di Pexels da Pixabay

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