E’ cominciata questa settimana la distribuzione delle prime 760 mascherine realizzate da Weza Confezioni, la nuova aziendina tessile sostenuta da AFN Onlus, AMU Portugal e EdC Portugal, avviata in Angola nell’ambito del progetto SAD “Centro Infantil Pequena Chama – CIPC”.

Il centro “Pequena Chama” si trova sull’isola di Mussulo, una lingua di sabbia lunga e stretta situata nel mare antistante la capitale dell’Angola, Luanda. Qui 150 bambini frequentano le attività dell’asilo e del doposcuola pomeridiano, dalla prima alla terza elementare, fino a quando lo scorso mese di marzo, queste sono state limitate per contenere la diffusione del contagio a causa della emergenza covid-19.
Lo staff del centro per rispondere ai nuovi bisogni della comunità ha pensato che le difficoltà che si presentavano, pur sommandosi a quelle connesse con una situazione di estrema miseria, potevano essere “l’occasione per riprendere un sogno nato da tempo, ossia avviare un’attività che aiutasse a sviluppare nella popolazione locale lo spirito della imprenditorialità e autosostenibilità” – spiega Eric D Mwangi referente del progetto. Ogni membro del team, si è messo in gioco per apprendere e cimentarsi nell’arte del cucito creando nel centro, in collaborazione con AFN e gli altri partner, un laboratorio attrezzato con macchine da cucire e materiale da sartoria. Nasce così Weza Confezioni, la prima aziendina di Economia di Comunione costituita in Angola che dà lavoro a sei sarte e intende sostenere con i profitti dell’attività aziendale l’impegno del centro infantile Pequena Chama e i suoi programmi di formazione umana e professionale.

Nei prossimi tre mesi le mascherine realizzate saranno distribuite gratuitamente dopodiché Weza Confezioni lavorerà su ordinazione all’ingrosso producendo anche delle uniformi. “Questo lavoro – continua Eric – ci aiuterà a mantenere vivo il rapporto con i bambini e i ragazzi della scuola e i loro genitori coltivandolo anche quando sarà arrivato il momento per i ragazzi di inserirsi nel successivo ciclo scolastico”.
In questa prima settimana le mascherine sono state distribuite presso il mercato del pesce: “la popolazione non è ancora abituata a indossarle”. – Commenta il referente del progetto. Per questo nel momento in cui vengono consegnate si realizza anche tutta un’azione di sensibilizzazione alla prevenzione e si trasmettono le informazioni necessarie per evitare il propagarsi del virus. Sull’isola in tanti vivono senza accesso all’acqua potabile e il sistema sanitario è molto carente. Il progetto di sostegno a distanza è un concreto impulso alla ripartenza dell’economia che è in grave crisi anche per la forte svalutazione della moneta locale, incoraggiando nelle persone lo spirito di iniziativa e la fiducia nelle proprie possibilità.
Giovanna Pieroni