Chiusi in casa al tempo del Coronavirus, ovviamente è impossibile viaggiare ma abbiamo chiesto a Catherine e Michel Visart di raccontarci la loro esperienza. Questa coppia di nostri sostenitori francesi proprio prima dell’emergenza sanitaria sono potuti partire e incontrare Rithichai Jarearnkul (Tew), il bambino sostenuto a distanza grazie al progetto “Thailandia Cambogia”.
Ecco il racconto del loro viaggio.
« Siccome nostro figlio Emmanuel vive in Thailandia, abbiamo scelto di sostenere a distanza un bambino di questo Paese, sperando di avere l’occasione di incrociarlo un giorno, nel corso di uno dei nostri viaggi.
Arrivati in Thailandia nel Gennaio scorso, poiché nostro figlio non aveva programmi in particolare, gli abbiamo proposto di partire alla ricerca di Tew. Abbiamo preso contatto con il focolare di Bangkok e con la referente del progetto SaD che si chiama Speranza!
Tew vive con la sua famiglia in un villaggio di montagna nel nord della Thailandia. Ci lasciamo guidare verso questa destinazione sconosciuta da Marisol del movimento dei Focolari che opera in Thailandia e nei paesi limitrofi tra cui la Cambogia dal 1983.

Ci ritroviamo con i focolarini in varie occasioni, respirando la bellezza di una vita in famiglia dove gli scambi in inglese, italiano, thailandese sono attraversati da risa e condivisioni profonde.
Con Marisol partiamo verso il villaggio di Maepon, situato nella provincia di Chiang Mai, l’autista non è che il papà di Tew , che viene con lui. Finalmente lo conosciamo ! Dopo 150 km di montagna, arriviamo nel suo villaggio abitato da circa 300 persone. Siamo a Karen. Una delle autorità di questo villaggio è proprio il nonno di Tew, originario della Birmania, che nel 1953, all’età di 18 anni, aveva accompagnato in questo posto un missionario francese, Padre Seguinotte de Betharram.
Tew ha una sorellina di 6 mesi. La sua famiglia ci accoglie, preparando rapidamente nel soggiorno delle stuoie, delle zanzariere e delle coperte. In questa stagione la temperatura può arrivare a -10 gradi la notte ! Ci preparano un pasto semplice con dei prodotti locali. La serata è trascorsa in un’atmosfera amichevole, conversando sul loro modo di vivere, i loro progetti, etc… dopo una tisana, prima di andare a dormire Tew si è alzato ed è andato a prendere un cestino con dei rosari : li ha distribuiti, uno per ciascuno, e tutti insieme, piccoli e grandi, abbiamo pregato. Questo villaggio cattolico mostra una fede profonda, trasmessa di generazione in generazione. Tutti partecipano alla messa al mattino e poi ognuno va a svolgere le proprie mansioni quotidiane al servizio della collettività : preparando il pasto per la scuola, spazzando le strade…mentre gli animali girano liberamente per il villaggio. L’impressione è di una vita piacevole, vissuta in sobrietà in un quotidiano talvolta parecchio difficile.
In questo luogo, la spiritualità di Chiara Lubich ha trovato dei cuori generosi per accoglierla e viverla. E, nel momento in cui ci apprestiamo a ripartire, ci tornano in mente le sue parole : «Siate una famiglia ! »