“Purtroppo nel nostro Paese da diverso tempo la situazione politica ed economica è molto difficile e la gente comune fa fatica ad avere condizioni di vita dignitose”. Racconta Nora Bacsoi, responsabile del progetto di sostegno a distanza in Macedonia. Oltre la paghe generalmente basse vi sono problemi a livello di strutture sanitarie, educative, sociali. L’economia traballa ed è alto lo sfruttamento delle persone sul posto di lavoro. “Nell’ospedale statale principale – racconta un’infermiera – manca il personale. La notte deve fare il turno da sola in tutto il reparto che accoglie malati anche gravi. Però purtroppo non c’è possibilità di assumere altre forze lavorative e servirebbero 40 infermieri”. Così, a causa della mancanza di personale muoiono anche persone che potevano essere salvate con un intervento immediato. Negli impieghi statali le paghe dappertutto sono minime e il lavoro non ha valore .
Varie famiglie del progetto di sostegno a distanza in Macedonia sono contadine, è gente laboriosa e dignitosa, che vive fatica dei frutti della terra perché riesce a vendere i loro prodotti solo per pochi soldi. A volte non vale neanche la pena fare il raccolto, perché non si recupera il denaro investito. In questo contesto fiorisce il mercato nero che rovina la vita dei contadini.
Molte famiglie lasciano il Paese, sperando di trovare altrove una vita migliore. Sono tanti anche i giovani che emigrano, perché la loro disoccupazione è molto alta.
“Tanti continuano a lottare ed hanno veramente bisogno di incoraggiamento. – secondo Nora Bacsoi, responsabile del progetto. – Una famiglia con due figli ci ha recentemente chiesto aiuto, perché non possono neppure comprare le scarpe ai due bambini, che vanno dappertutto a piedi nudi, attraversando la città senza permettersi di pagare i mezzi pubblici. Sono una famiglia unita e cercano di vivere con dignità, ma il padre ha dei problemi di salute come conseguenza delle tensioni continue per vivere coi pochi soldi fino alla fine del mese”.
Un’altra mamma vive da sola con la figlia ed ha perso il lavoro. Vivono di aiuti e di lavori occasionali che non danno un guadagno continuo . La figlia soffre tanto di questa situazione, perché la mamma preoccupata di trovare un lavoro, ha poco tempo e energia per lei.
“Vediamo da certe famiglie che esiste anche un tipo di povertà non solamente nel senso materiale. Per le grandi difficoltà economiche le persone si rassegnano, non vedono un futuro migliore e non riescono più a prendere in mano la loro vita. Diventano passivi davanti alle sfide quotidiane, si sentono incapaci di reagire. In questi casi il nostro aiuto è improntato sul dialogo e sull’incoraggiamento a rialzarsi”.
Insieme alle difficoltà, grazie al progetto, ci sono anche dei buoni frutti.
Un giovane studente, ultimo di cinque figli, viene da una famiglia molto svantaggiata. Il papà è morto quando lui aveva 2 anni. La mamma non ha studiato, ma ha cresciuto i figli da sola facendo lavori di pulizia. Un fratello è mentalmente ritardato, una sorella è malata di leucemia. Della famiglia nessuno ha potuto studiare, qualcuno ha solo le medie. Questo ragazzo, grazie anche al sostegno del progetto, ha potuto iscriversi all’università ed è molto felice per questo.
Varie famiglie sentono di voler contraccambiare l’amore ricevuto dando il loro tempo, il talento, le verdure dell’orto, una traduzione, etc. “Vediamo come è importante per loro sentirsi nella possibilità di dare e così ricevere con dignità”.
“C’è un ragazzo sedicenne con cui è nato un rapporto speciale. Tutto è cominciato attraverso il progetto. Lui ha sofferto veramente tanto per la situazione famigliare e in certi periodi ha conosciuto anche la fame. Ora si dona agli altri attraverso lo sport, partecipa ai nostri incontri e ci considera un porto sicuro, dove condividere i dubbi, le esperienze, i successi. Ha trovato nuove madri e nuovi padri tra noi”.
Il sostegno a distanza per tutte queste persone è molto prezioso, perché attraverso di esso arriva non solo un aiuto materiale, ma anche tanto amore concreto.
“Vorrei esprimere la gratitudine di tutti i bambini e ragazzi che sono supportati dal progetto! – continua Nora Bacsoi – La vostra magnanimità e perseveranza nell’aiutare dà una spinta in più alle famiglie per vivere nella speranza nonostante tutte le difficoltà”.■
Giovanna Pieroni