Mentre tanti fattori sociali, legali, economici sembrano spesso influire sulle scelte delle famiglie fino a condizionare la strada dell’accoglienza adottiva, continua la diffusione sul territorio nazionale del progetto famigliedicuore divulgando la cultura dell’adozione e contribuendo al rafforzamento di una rete di famiglie e istituzioni.
Anche in Sardegna si è ufficialmente dato inizio alle attività. A Cagliari, il primo appunta,mento ha visto la partecipazione di Rita Caserta della sede AFN Lazio e della dotto.ssa Daniela Lonano, psicologa formatrice AFN. Tante famiglie hanno espresso interesse a partecipare al percorso formativo a sostegno della genitorialità adottiva e la rete nascente ha avviato i lavori per gestire dal punto di vista logistico e pratico i prossimi due eventi in calendario a partire dal 20 ottobre.
“Il primo obiettivo raggiunto è stato quello di creare una piccola rete tra le famiglie, sei che hanno concluso il loro percorso con AFN – scrivono Rita e Daniela. – Un prodromo per pensare di poter prevedere la nascita di un gruppo di auto mutuo aiuto. Abbiamo colto che si tratta di famiglie tutte sensibili alla “formazione”, ma con il bisogno di un facilitatore che crei un corpo con intenti comuni. Qualcuno che li aiuti a riconoscersi famiglia che cammina insieme. Nel frattempo abbiamo creato una main list che ci consente di sperimentarci come unico gruppo”.
Il progetto “Famigliedicuore“, nato nel 2014 ad Ascoli Piceno offre supporto alle famiglie, un supporto che si concretizza attraverso incontri di formazione di gruppo, laboratori per genitori e figli e sportelli di ascolto, informazione e consulenza.
Nel tempo Famigliedicuore si è esteso, coinvolgendo gran parte del territorio nazionale e adattando le attività a seconda delle necessità specifiche di ogni regione. In Calabria le attività coinvolgono anche le famiglie affidatarie; in Campania sono attualmente 80 le persone e 50 i bambini che si incontrano con assiduità mensilmente.
In Toscana si tengono laboratori esperienziali per bambini e adolescenti che utilizzano anche il metodo del Caviardage per far emergere emozioni, stimolare la riflessione con fantasia e creatività e percorsi psicologici mirati al rafforzamento delle capacità genitoriali.
A Monza-Brianza, il progetto sviluppa come focus il tema delle origini. In Trentino Alto Adige, si sta avviando attività di coaching per ragazzi e nonni adottivi come anche nel Friuli Venezia Giulia. Anche nel Lazio si stanno avviando attività formative di gruppo per i genitori insieme a laboratori per bambini.
Adottare un bambino significa aprire il proprio cuore e la propria vita a qualcuno che porta con sé un aspetto fondamentale: la diversità. Diversità di patrimonio genetico, di razza, cultura, storia personale. “Famiglidicuore” si diventa a poco a poco con la formazione all’accoglienza, che ha la capacità di riempire il vuoto dell’abbandono. Le famiglie adottive devono necessariamente avere competenze educative particolari per facilitare il radicamento del bambino nella nuova famiglia, aiutare la rielaborazione del passato, curarne le ferite. L’importanza della formazione dei genitori è fondamentale così come la necessità della creazione di una rete tra famiglie, tra famiglie e istituzioni, tra associazioni e i vari soggetti coinvolti sul territorio (scuola, tribunale, servizi sociali, agenzie educative).
Una volta arrivato il figlio tanto atteso, infatti più che alla fine del percorso si è all’inizio. E’ allora che comincia la fase più delicata: oltre alle sfide che un qualunque genitore deve affrontare, si pongono anche quelle specifiche relative al percorso adottivo: l’inserimento in una nuova famiglia di ragazzini magari già abbastanza grandi, l’inserimento sociale e culturale, il riuscire a conciliare in maniera serena il proprio passato nel Paese d’origine con il proprio presente e futuro nella nuova patria. Accogliere tutto questo non è così scontato come potrebbe sembrare. Il progetto Famigliedicuore si propone di sostenere le famiglie in questo grande compito.■
Giovanna Pieroni