Il Genfest è stata una bella avventura che ha tenuto impegnati 20 ragazzi di Bukas Palad che per poter partecipare alla manifestazione dei giovani dei Focolari durante tutto l’ anno per il loro fund-raising si sono inventate tante iniziative: canti di Natale, lavaggio macchine, vendita vestiti usati, scarpe, biscotti, cene per una causa, lotterie….
Erano molto entusiasti del loro viaggio a Manila: per quasi tutti loro era la prima volta che prendevano l’aereo e vedevano una grande città.
Sono stati emozionati di incontrare giovani da tutte le parti del mondo e poter comunicare con loro al di la’ delle barriere della lingua, della diversita’ di cultura e di provenienza, del diverso ceto sociale. Un’esperienza indimenticabile!
Ma la cosa piu’ bella e’ stato il “Pre-Genfest” a cui anche tanti studenti del programma di Sostegno a distanza hanno partecipato: Bukas Palad ha aperto le porte a un gruppo di 62 giovani da tutta l’Oceania, per due giorni di full-immersion nella realtà locale. Ci racconta questa esperienza Ales, nostra referente locale del sostegno a distanza: “Abbiamo portato i ragazzi a piccoli gruppi nelle nostre comunità per fare un’esperienza”. Il primo giorno hanno cucinato il cibo con le madri, visitato le case, giocato con i bambini, ballato e conosciute alcune testimonianze delle famiglie del posto. Il secondo giorno si sono rimboccati le maniche e hanno lavorato.
Un gruppo ha partecipato al progetto di “urban gardening” nella comunità di Pit-os: hanno riciclato bottiglie di plastica trasformandole in vasi di piante edibili, verdure che possono arricchire la dieta delle famiglie povere. Un altro gruppo, nella comunità di Paknaan si è immerso nel lavoro tipico di quella comunità per la sussistenza: la fabbricazione di scope. Ogni ragazzo ha prodotto la sua scopa. Il terzo gruppo nella comunita’ di Malibu ha imparato come fare il “puso”, un sacchettino di foglie di palma che avvolge un pugno di riso. Si bolle nell’acqua e si vende. Ma la maestria sta nel modo in cui il sacchettino di foglie intrecciate viene prodotto!
I ragazzi erano felici dell’accoglienza ricevuta ed erano toccati da tante cose. Quello che li ha colpiti di più è stata la gioia e il sorriso della gente del posto, il loro condividere con gli altri quello che hanno, anche se sono poverissimi. E anche sono stati colpiti dal senso della comunità che hanno trovato.
Uno di loro dalla Nuova Zelanda ha detto: “Vengo da un paese individualista. Qui invece vedo come ognuno si prende cura degli altri, c’è il senso della comunità”. Un’ altra ha detto: “Nei nostri paesi ricchi abbiamo tutto, ma non abbiamo questa gioia che abbiamo visto qui sul volto dei bambini”. Un’altra ha detto: “Sono rimasta davvero colpita e ho capito il senso della missione di Bukas Palad , di costruire rapporti dove non c’è nessun povero che non possa dare agli altri, e non c’è nessun ricco che non possa ricevere”. Il Genfest è cominciato già qui!
“E’ stato fantastico, per noi un grande lavoro, spiega Ales, ma eravamo contenti di avere questa occasione concreta di vivere per la fratellanza universale”. E questa è la vision di Bukas Palad.
Le belle esperienze che alcuni studenti e alcune mamme hanno raccontato esprimono l’impatto che l’aiuto del sostegno a distanza ha nella vita delle persone.■
Giovanna Pieroni