Mentre per tanti le difficoltà della crisi economica sono insormontabili, c’è anche chi non si lascia vincere in generosità. Anna, ad esempio scrive: “Qualche settimana fa costretti dalla nostra situazione economica, volevamo disdire il nostro sostegno a distanza con grande dolore . Questa mattina però una nostra amica, Antonella, si è offerta di contribuire per metà della cifra e così felicissimi e grati a lei continuiamo. Dite a Thanathip che quest’altra mamma lo aiuta e prega per lui.”
Thanatip vive a Maepon, un villaggio ai piedi della più alta montagna della Thailandia, Doi Inthanon, di circa 2565 metri. Come lui sono 548 i bambini inseriti nel progetto di sostegno a distanza “Thailandia1 “. I genitori desiderano offrire loro una buona educazione e sono grati che possano frequentare i vari centri dove dei sacerdoti ed i loro assistenti, in collaborazione con AFN, si prendono cura di loro.
Attraverso il programma viene insegnato loro a vivere moderatamente col frutto del proprio lavoro, secondo la teoria di “Economia di sufficienza ” del re Bhumibol Adulyadej della Thailandia. Bancha Srisujikan referente del progetto scrive ai sostenitori: “Dal profondo del cuore sento una profonda gratitudine verso ciascuno di voi che coi vostri sacrifici avete aiutato ed accompagnato la crescita di un bambino di un una terra lontana. Il vostro amore sta facendo vivere e fiorire delle comunità fatte di bambini che sono il futuro del mondo e, come diceva il vescovo di Chiang Mai, che sono realtà viva della società di oggi.”
Una piccola iniziativa cominciata da poco e’ il Progetto Dare. “Da qualche mese, abbiamo distribuito un piccolo salvadenaio ai bambini dove possono mettere ogni giorno qualche risparmio che hanno fatto, – racconta Bancha Srisujikan. – Tutta la famiglia puo’ partecipare. Dopo un’anno si apre insieme il salvadenaio e tutto il ricavato si puo utilizzare in tre modi: per le attività dei bambini e giovani, per un progetto concreto scelto dai bambini e giovani, per aiutare persone che sono piu’ bisognose, sopratutto quelle vittima di un’alluvione o di un incendio”. E’ un modo per imparare a rispiarmare, ma soprattuto per vivere la cultura del dare.
Bancha Srisujikan e lo staff del progetto di sostegno a distanza in Thailandia si recano periodicamente a visitare le famiglie dei bambini inseriti nel programma casa per casa. Organizzano delle attivita’ nei villaggi di Payangngam, Doi Saket, Chiang Mai. “Tanta gente ci supporta preparando cose da mangiare, come i noodle, tagliatelle Thailandesi, o offrendo latte a lunga conservazione”. Sono stati donati recentemente anche alcuni tavoli alle famiglie, così i figli possono studiare seduti, anziché per terra.■
Giovanna Pieroni