Azione Famiglie Nuove
Reti di famiglie e comunità solidali

Reti di famiglie e comunità solidali

La famiglia può contribuire a rispondere alle varie problematiche sociali. E’ quanto emerge dalle diverse esperienze realizzate in Argentina, Filippine, Repubblica Centrafricana ed Italia  presentate durante il workshop “Reti di famiglie e comunità solidali ” di AFNonlus nell’ambito dell’evento di “€˜FamilyHighlights” a Loppiano (10-12 marzo 2017).

PROGRAMMA DI TURISMO SOSTENIBILE SOLIDALE NEL NORD OVEST ARGENTINO

Nato nel 2010, il Programma di Turismo Sostenibile Solidale, promosso da AMU, lavora con cinque comunità rurali nel nord-ovest dell’Argentina, coinvolgendo più di 80 famiglie.

Il progetto intende sfruttare questi luoghi, caratterizzati da grandi bellezze paesaggistiche e culturali per sostenere le famiglie della comunità del posto attraverso il turismo per generare lo sviluppo locale, valorizzarne le qualità e generare spazi di formazione e accompagnamento alle famiglie.

E’ˆ il caso di Clara e Hector, che vivono in Hornaditas, un piccolo paesino dove vivono circa 80 famiglie in case molto distanti tra loro. L’attività principale della zona è l’allevamento su piccola scala. Più di 10 anni fa hanno cominciato a ricevere i turisti provenienti da diverse province dell’Argentina e da altri Paesi. Hanno aperto le porte della loro casa in modo semplice, con l’invito a condividere il loro stile di vita e tutti quelli che sono arrivati si sono sentiti i benvenuti da Clara, Hector e dai loro 3 figli. Quando ricevono i visitatori a casa, si siedono al tavolo in maniera alternata, uno della famiglia e un visitatore. Clara confessa molto simpaticamente: “grazie alla esperienza di scambio con le persone che sono arrivate ho conosciuto tante cose di mio marito come le storie della sua infanzia e dei suoi nonni, ho imparato molto di lui “.

Le famiglie coinvolte hanno quindi trovato una soluzione al proprio disagio aprendosi al mondo. E’ˆ l’esempio di come l’accoglienza possa diventare un’opportunità di sviluppo e autosufficienza.

PROGETTO “UNA FAMIGLIA UNA CASA ” NELLE FILIPPINE

Casa, sia essa di legno o di mattoni, sia piccola o grande, è il luogo dove la famiglia può essere facilitata ad esprimere al meglio la propria vocazione. Nel febbraio 2008, con il supporto di AFNonlus e l’aiuto di migliaia di famiglie nel mondo, prende il via a Manila il progetto “Una famiglia una casa ” in favore di circa 90 famiglie in difficoltà . L’iniziativa prevedeva la costruzione delle case per ospitare queste famiglie con l’obiettivo di creare una vera e propria comunità autosufficiente, inserendo percorsi di accompagnamento lavorativo e supporto ai beneficiari. Così si è creato il complesso di case di “Sulyap “, situato in uno dei quartieri più poveri di Manila. Una famiglia racconta: “Solo ora, dopo 29 anni di matrimonio, io e mio marito abbiamo una stanza privata e non dobbiamo più condividerla con i nostri 7 figli. Pensavamo che la nostra situazione fosse senza speranza “.

Il 26 settembre 2009, Ondoy, una violenta tempesta tropicale (conosciuta nel mondo come Ketsana), ha colpito Manila e le province periferiche. In sole 24 ore siè registrato un quantitativo di pioggia corrispondente a quello di un mese. Questa violenta tempesta ha lasciato una devastazione e un numero di danni inimmaginabile. Così la gente, rimasta senza casa, senza familiari e senza mezzi di sostentamento iniziò a bussare alle porte di Sulyap, che rimasero aperte a tutti. La comunità ha ospitato quanti avevano bisogno, dando loro da mangiare e un riparo sicuro. Sulyap venne chiamata “L’Arca di Noè “. I media locali hanno dato molta rilevanza a questo bell’esempio di apertura e accoglienza anche tra persone bisognose.

LA STORIA DI INNOCENT, DALLA REPUBBLICA CENTRAFRICANA

Dal colpo di Stato del 2013 e dall’inizio della guerra civile, questo Paese è devastato da una guerra fratricida e dimenticata. In un Paese che ha sempre visto musulmani, cristiani e religioni tradizionali coabitare pacificamente, alcuni gruppi ribelli hanno occupato molte zone distruggendo tutto ciò che di cristiano incontravano. A Bimbo, uno dei quartieri più poveri, tante persone si erano rifugiate nel terreno del Movimento dei Focolari, scappando dagli spari. Dovevamo accoglierli tutti. Almeno più di 90 adulti, senza contare i bambini piccoli. Non c’era posto, la casa era piccola, la gente dormiva sotto la veranda e nella casetta del guardiano, e sotto la capanna. Abbiamo cominciato a sensibilizzare tutti sulla cultura della pace, che dovevamo vivere prima tra di noi e poi con tutti gli altri. Vivere insieme nel campo dei Focolari è stata una bella ginnastica per ricomporre l’unita e andare al di là del passato.

PROGETTO FARE SISTEMA OLTRE L’ACCOGLIENZA, IN ITALIA

Per far fronte al fenomeno di migrazione che sta coinvolgendo le coste europee, e non solo, è partito Fare Sistema Oltre l’Accoglienza (FSOA), nato nel gennaio 2016, da un’idea della cooperativa FO.CO. che da anni si occupa di integrazione dei richiedenti asilo politico e dei minori senza famiglia in Sicilia in collaborazione con AFN Onlus e AMU. I minori che arrivano sulle nostre coste, senza l’accompagnamento di un adulto, sono protetti dalla legge italiana, ma se vogliono avere un futuro lavorativo, il sistema italiano offre di fatto solo un corso per imparare la lingua italiana e poi la scuola dell’obbligo.

Un percorso di tre anni insostenibile per loro. Tra gli obiettivi principali di questo progetto vi è un percorso di integrazione e inserimento socio-lavorativo dei ragazzi e la creazione di una rete di accoglienza, formata da famiglie, aziende, comunità locali, per sostenere i ragazzi nella fase di progettazione della loro vita futura, in Italia o altrove. Oggi, 35 ragazzi, italiani e stranieri, dopo aver frequentato un corso di avviamento professionale, hanno potuto fare tirocini e stage presso aziende nei più diversi campi (vitivinicole, di lavorazione ceramiche, tende da sole, alimentari, agricole, di lavorazione marmo, costruzione mobili, ristorazione, panificazione) scelti anche in base alla loro aspirazione e attitudine personale. Dopo questa fase qualcuno è stato assunto, altri hanno avuto accesso a periodi di prova con la prospettiva di un inserimento lavorativo. Anche la rete di accoglienza delle famiglie si è andata componendo. Oggi 17 famiglie fanno parte integrante della rete nazionale. Famiglie che offrono calore, affetto, fiducia, diventano punti di riferimento importanti per favorire, per quanto possibile, il raggiungimento dell’autonomia economica e sostenere i ragazzi nell’inserimento socio-lavorativo.Queste sono solo alcune delle esperienze di accoglienza che la famiglia, o gruppi di famiglie, possono sperimentare aprendo le porte della propria casa a chi ne ha più bisogno. àˆ la famiglia, quindi, ad essere il luogo naturale dell’accoglienza e della solidarietà , diventando ancora più forte se si mette in rete.

Anita Leonetti